Impianto di San Sago di Tortora. Il senatore Ernesto Rapani interroga il ministro dell’Ambiente Fratin. “Forte il no alla riapertura”

19-10-2023 10:20 -



Pubblicato da: radiogiesse.net

“Di quali informazioni dispone il Governo in merito allo stato dell’arte del procedimento di riapertura dell’impianto di San Sugo e, in particolare, è stata valutata la compatibilità territoriale dell’autorizzazione? Inoltre, è stata condotta una valutazione degli impatti che l’impianto e il suo esercizio nel complesso potrebbero determinare sul contesto ambientale su cui insiste?”.



Sono queste le domande che il senatore calabrese di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani, pone al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in una interrogazione a risposta orale in assemblea. Insomma, la questione approda in Parlamento, mentre si attende l’esito della vicenda. Ormai noto che sarà il commissario nominato dal Tar Calabria a decidere sul rilascio, o meno, dell’Autorizzazione integrata ambientale.



Rapani, nel testo della sua interrogazione, non nasconde le preoccupazioni delle popolazioni della Valle del Noce. “La riapertura di un impianto del genere e da tanto tempo in disuso – si legge nel testo – inevitabilmente, porta con sé gravi e irreversibili conseguenze sul territorio interessato, non solo dal punto di vista economico, soprattutto per le ripercussioni sulle attività turistiche costiere, ma anche dal punto di vista ambientale, data l’incompatibilità dello stesso con le scelte programmatiche di un intero territorio”.



Nei mesi scorsi, esattamente il 28 maggio, Rapani partecipò al convegno tenutosi presso l’Hotel Napoleone di Tortora, sottolineando la necessità di evitare la riapertura dell’impianto.

Il testo integrale dell’interrogazione di Ernesto Rapani


Premesso che non accenna a definirsi l’annosa vicenda riguardante la paventata riapertura dell’impianto di San Sago, situato al confine tra Basilicata e Calabria, insistente su territori rientrati tra gli usi civici e collocato a breve distanza dai siti della rete Natura 2000, a ridosso del fiume Noce e all’interno della perimetrazione del Parco Nazionale del Pollino, l’area protetta più estesa d’Italia, il cui habitat riveste un ruolo fondamentale per la tutela di specie rare e in via di estinzione;



il Codice dei Beni Culturali, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Parte Terza. Titolo I. Capo II, vieta o limita fortemente l’edificazione nelle aree poste nelle vicinanze di un bene pubblico o di interesse pubblico;



come già precisato nell’atto di sindacato ispettivo n. 2-00005. l’impianto, nato come impianto pubblico autorizzato al trattamento dei reflui urbani comunali, ha subito – nel corso degli anni – una radicale modifica della sua destinazione d’uso, essendo stato riconvertito ad impianto privato autorizzato al trattamento dei rifiuti speciali pericolosi, senza, però, essere sottoposto a un sostanziale aggiornamento tecnologico,



dato che nel novembre 2013, la procura di Paola, a seguito di un’indagine delle Fiamme Gialle iniziata nel 2011, disponeva il sequestro preventivo dell’impianto di depurazione, in particolare, perché: «<(gli imputati) ricevevano presso l’impianto di trattamento, sito in località San Sago del Comune di Tortora, sistematicamente negli anni 2009, 2010, 2011, 2012 e nel mese di gennaio 2013, in esubero al limite imposto di 300 me/giorno da trattare previsto dalle «condizioni necessarie e specifiche per l’esercizio dell’impianto» ingenti quantitativi di rifiuti liquidi nella maggior parte costituiti da percolato da discarica». Da quel momento, l’impianto è rimasto chiuso;



il 23 aprile 2021, il Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata- in fase di screening – ha espresso parere favorevole di Valutazione di Incidenza Ambientale, in considerazione del quale, il successivo 30 agosto, il Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria ha disposto l’avvio del procedimento di riesame con valenza di rinnovo A.L.A.; lo scorso 17 luglio, il TAR Calabria, su ricorso della società che attualmente gestisce l’impianto, ha disposto la nomina di un Commissario ad acta, individuato nel Capo del Dipartimento Sviluppo Sostenibile del Ministero in indirizzo:



il 28 settembre 2023, nonostante il parere sfavorevole dell’ASP di Cosenza, il parere negativo del Comune di Tortora e un ricorso pendente per gli usi civici, il Commissario straordinario ha inspiegabilmente rilasciato un parere favorevole al rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale, aprendo alla possibilità di riaprire l’impianto di San Sago;



considerato che la riapertura di un impianto del genere e da tanto tempo in disuso, inevitabilmente, porta con sé gravi e irreversibili conseguenze sul territorio interessato, non solo dal punto di vista economico, soprattutto per le ripercussioni sulle attività turistiche costiere, ma anche dal punto di vista ambientale, data l’incompatibilità dello stesso con le scelte programmatiche di un intero territorio, le quali sono orientate a uno sviluppo fortemente ecocompatibile in grado di esaltare il suo pregiato patrimonio ambientale e culturale;



tanto la normativa comunitaria quanto quella nazionale indicano, tra i fattori e le componenti da considerare nelle valutazioni ambientali, anche il paesaggio, agricolo e culturale;



condividendo le considerazioni del Comune di Tortora, in sede di rilascio delle autorizzazioni, anche pregresse, non si è mai tenuto conto dei vincoli esistenti sull’area, della natura inedificabile del suolo e della presenza di ecosistemi particolarmente pregiati da proteggere;



si chiede di sapere di quali informazioni disponga il Governo in merito allo stato dell’arte del procedimento di riapertura dell’impianto di San Sugo nel comune di Tortora (CS) e, in particolare, se sia stata valutata la compatibilità territoriale dell’autorizzazione, nonché se sia stata condotta una valutazione degli impatti che l’impianto e il suo esercizio nel complesso potrebbero determinare sul contesto ambientale su cui insiste.